Un po’ di cinema svizzero

Un po’ di cinema svizzero

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Anche quest’anno le 59.e Giornate di Soletta hanno confermato la vitalità del cinema svizzero come strumento necessario per riflettere, senza le semplificazioni purtroppo dilaganti nella comunicazione quotidiana, sulla realtà di un mondo che sembra sempre più sfuggire alle nostre abituali capacità di comprensione. Un mondo, per riprendere le parole dell’editoriale del programma di Soletta, «in ebollizione, di una crescente complessità, nel quale le risposte proposte sono sempre più facili e sommarie». E dove il cinema, assieme alle altre forme artistiche, è chiamato a una esplorazione più profonda, meno immediata, di questa complessità che ci sta travolgendo, senza fornire facili soluzioni ma permettendoci forse di entrare con più consapevolezza nei problemi che ci assillano, siano essi politici, sociali o individuali.

Come sempre, ‘Un po’ di cinema svizzero’ intende presentare al pubblico ticinese il meglio della recentissima produzione cinematografica nazionale, sulla base di quanto si è potuto vedere a Soletta e di quanto è in corso per i Premi del cinema svizzero 2024, che saranno assegnati alla fine di marzo, appena prima dell’inizio della nostra rassegna. Quest’anno i quattro cineclub ticinesi si rallegrano di poter offrire a Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio undici film (sei lungometraggi di finzione e cinque documentari) per un totale di ventitré proiezioni, spesso in prima visione cantonale. Abbondano i candidati ai Premi del cinema svizzero, e siamo lieti anche di constatare che per la prima volta le registe donne sono in maggioranza (sei film sugli undici proposti).

Nella fiction figurano due favoriti per i Quartz, opere di registi che ormai non sono più solo delle promesse: Blackbird Blackbird Blackberry della svizzero-georgiana Elene Naveriani (di cui tutti ricorderanno il precedente Wet Sand) e La voie royale di Frédéric Mermoud (Complices, Moka). Ma un’autentica perla è anche Le théorème de Marguerite, in gara per i Quartz solo per la splendida interpretazione di Ella Rumpf, in quanto il film è una produzione francese con coproduzione svizzera minoritaria. Completano la sestina Manga D’Terra di Basil Da Cunha (passato in concorso all’ultimo Locarno Film Festival), 8 Tage im August di Samuel Perriard e il sorprendente Vous n’êtes pas Ivan Gallatin di Pablo Martin Torrado, un gioiello di humour dell’assurdo.

Fra i documentari primeggiano le donne. Che affrontino il delicato tema delle audizioni dei richiedenti l’asilo (Lisa Gerig con Die Anhörung) o esplorino nuovi modi di approcciarsi alla montagna (Dominique Margot con Bergfahrt) o ancora rispolverino una dolorosa vicenda famigliare per trovare il coraggio di affrontare il presente (Jackie Brutsche con Las Toreras), dimostrano che il cinema svizzero non è più solo appannaggio dei registi maschi. Il tema dei rifugiati nel nostro paese è anche l’oggetto di Prisoners of Fate di Mehdi Sahebi, mentre un’altra donna, questa volta ticinese, riporta alla luce la figura di una stilista luganese dimenticata (Claudia Quadri con Elsa Barberis).

Abbiamo un solo rimpianto: quello di non aver potuto inserire in questo programma il film di Olmo Cerri La scomparsa di Bruno Breguet. Accordi tra il produttore e il distributore impediscono infatti l’uscita del film nelle sale prima dell’autunno. Non solo le Giornate di Soletta sempre più affollate di spettatori, ma anche le passate edizioni di ‘Un po’ di cinema svizzero’ hanno dimostrato come il pubblico abbia da tempo capito che i buoni film si possono fare ovunque, persino a casa nostra. Vi aspettiamo quindi numerosi anche quest’anno. Buone visioni!

Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

 

Mercoledì 3 aprile, ore 20.45

LAS TORERAS

regia: Jackie Brutsche

Svizzera 2023, v.o. svizzero-tedesco, spagnolo; st. francese, tedesco; colore; 100’

Premio della critica per il talento svizzero emergente e Premio delle Chiese al Festival di Zurigo. Nominato per il Premio del cinema svizzero 2024: miglior documentario.

Nonostante un’infanzia difficile, Jackie (la regista) ha trovato la sua felicità come artista. Quando il suo passato oscuro la riprende, si mette sulla strada, travestita dal suo personaggio artistico Jack Torera, per fare chiarezza sull’infelicità di sua madre affetta da scompensi psichici, che ha ispirato la sua arte ma diviso le sue famiglie in Svizzera e in Spagna. Un  film sulla riconciliazione, il coraggio e la forza di affrontare i tabù famigliari.

Jackie Brutsche, nata nel 1977 a Zurigo, si è diplomata in studi cinematografici alla ZhdK di Zurigo. Dal 2007 è filmmaker freelance, musicista, artista e performer. Durante gli studi ha realizzato diversi cortometraggi, tra cui nel 2006 The Magic Cut.

 

Mercoledì 10 aprile, ore 20.45

BLACKBIRD BLACKBIRD BLACKBERRY

regia: Elene Naveriani; con Eka Chavleishviliu, Temiko Chinchinadze…

Svizzera, Georgia 2023, v.o. georgiano; st. francese, tedesco; colore; 110’

Premio del cinema svizzero 2024: Miglior film, Miglior sceneggiatura, Miglior montaggio

 

Ethéro è una donna di 48 anni che vive in un piccolo villaggio della Georgia e non ha mai avuto rapporti con un uomo. Ama condurre una vita indipendente e adora i dolci, ma la sua vita da zitella è oggetto di continui pettegolezzi da parte dei vicini. Quando però si innamora perdutamente di un uomo, si trova a dover scegliere se seguirlo o continuare a vivere da sola. Dovrà allora affrontare i suoi sentimenti e cercare di trovare il proprio cammino verso la felicità.

Elene Naveriani è nata nel 1985 a Tbilisi, Georgia, e ha dapprima studiato pittura all’Accademia della sua città. In seguito, ha ottenuto un bachelor alla HEAD di Ginevra. Il suo primo lungometraggio di finzione, I am Truly a Drop of Sun on Hearth (2017) è stato premiato a Belfort e a Valladolid. Il secondo, Wet Sand (2021), è stato presentato al Locarno Film Festival nel Concorso Cineasti del Presente, vincendo il premio per la miglior interpretazione maschile (Gia Agumava), ha poi ottenuto il Prix de Soleure nel 2022 ed è stato mostrato dai cineclub ticinesi nell’edizione 2022 di ‘Un po’ di cinema svizzero’.

 

Mercoledì 17 aprile, ore 20.45

DIE ANHÖRUNG

regia: Lisa Gerig

Svizzera 2023, v.o. tamil, dari, francese, inglese, tedesco; st. italiano; 81’

Premio del cinema svizzero 2024: Miglior documentario

Prix de Soleure 2024, Miglior documentario al Festival di Zurigo 2023

 

Quattro richiedenti l’asilo che hanno visto respinta la loro domanda rivivono l’audizione passata sulle ragioni della loro fuga e riescono così a mettere in luce il meccanismo della procedura. Le persone interrogate riusciranno in questo modo a descrivere le loro esperienze traumatizzanti in modo da soddisfare i criteri ufficiali? Il film contribuisce a gettare un primo sguardo sul delicato meccanismo dell’audizione e rimette in questo modo in questione la procedura stessa dell’asilo.

Lisa Gerig, nata nel 1990, ha studiato cinema a Zurigo e Ginevra, soprattutto nel campo del montaggio. Il suo film di diploma, il cortometraggio Zaungespräche, è uno sguardo radicalmente soggettivo sulla situazione dei detenuti nel centro di rimpatrio di Zurigo. Die Anhörung è il suo primo lungometraggio documentario.

 

Mercoledì 24 aprile, ore 20.45

LE THÉORÈME DE MARGUERITE

regia: Anna Novion; con Ella Rumpf, Jean-Pierre Darroussin, Julien Frison, Sonia Bonny, Clotilde Courau…

Francia, Svizzera 2023, v.o. francese; st. italiano; colore; 112’

Premio del cinema svizzero 2024: Miglior interpretazione femminile (Ella Rumpf)

L’avvenire di Marguerite, brillante studentessa di matematica all’ENS di Parigi, sembra già tracciato. Unica ragazza del suo corso, deve discutere la sua tesi davanti a una platea di esperti, ma un errore imprevisto fa vacillare tutte le sue certezze e i suoi sogni si infrangono. Allora Marguerite decide di lasciare tutto per ricominciare da capo.

Anna Novion è nata nel 1979 a Parigi. Di origine svedese, comincia la sua carriera realizzando diversi cortometraggi nei primi anni 2000. Debutta nel lungometraggio conLes grandes personnes (2007), poi firma Rendez-vous à Kiruna(2012). Nel 2022 dirige per il teatro la pièce Rimbaud en feu. Le théorème de Marguerite è stato presentato in prima mondiale nella Selezione Ufficiale del Festival di Cannes.

02.04-04.05/2024
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