Un po’ di cinema svizzero

Un po’ di cinema svizzero

28.03 – 9.05 / 2023

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Anche quest’anno il programma di “Un po’ di cinema svizzero” è particolarmente ricco e, crediamo, in grado di offrire il meglio di quanto si è potuto vedere in gennaio alle Giornate di Soletta. Ben quattordici film (come l’anno scorso), la maggior parte in prima visione ticinese, dieci lungometraggi di finzione e quattro documentari, di cui otto nominati o plurinominati per i Quartz, i premi del cinema svizzero che saranno assegnati nelle varie categorie poco prima dell’ini- zio di questa rassegna. Fra i candidati più seri per il premio alla miglior fiction, a nostro parere, figurano La ligne di Ursula Meier (che si potrà gustare in antepri- ma in tutte e quattro le località ticinesi), Unrueh di Cyril Schäublin (nel programma di Mendrisio e Bellinzona) e Drii Winter di Michael Koch (solo a Bellinzona perché già uscito in sala nelle altre località). Fra i documentari dovrebbe avere ottime chances L’îlot di Tizian Büchi (visibile a Bellinzona e Ascona), mentre per i premi all’interpretazione appaiono in pole position Stéphanie Blanchoud per La ligne, Michèle Brand per Drii Winter, Michael Neuenschwander per A Forgotten Man e Manfred Liechti per Peter K. – Alleine gegen den Staat.

Come si può notare, anche se si tratta di una tendenza in atto già da diversi anni, il cinema svizzero guarda sempre più fuori dai confini nazionali, sia a livello produttivo (la maggior parte dei film sono coproduzioni con altre nazioni) sia per le ambientazioni, che in alcuni casi ci portano in territori anche lontani (Egitto, Canada, Polonia). Da qui la presenza frequente di attrici e attori stranieri (basti citare come esempio più significativo quella di Valeria Bruni Tedeschi in La ligne). Come sempre ci è poi sembrato giusto lasciare un po’ di spazio anche al cinema ticinese: a Lugano con l’anteprima di La tentazione di esistere di Fabio Pellegri- nelli; a Bellinzona con Dawn Chorus di Alessio Pizzicannella e La mia danza di Filippo Demarchi.

Da diversi anni, ormai, il pubblico ticinese ha capito che il cinema svizzero è un cinema di qualità che non ha paura di competere con quello internazionale. Siamo quindi fiduciosi che anche questa volta non si lascerà scappare l’occasione di ammirarlo e applaudirlo sugli schermi di Bellinzona, Mendrisio, Lugano e Locarno.

Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

 

Mercoledì 29 marzo, ore 20.45

LA LIGNE

di Ursula Meier

Svizzera, Belgio, Francia 2022
Con Stéphanie Blanchoud, Valeria Bruni Tedeschi, Elli Spagnolo, India Hair, Dali Benssalah, Eric Ruf, Benjamin Biolay…

V.o. francese, st. tedesco, colore, 102’

Dopo aver aggredito violentemente sua madre, Margaret, 35 anni, non ha più il diritto di avvicinarsi a meno di 100 metri dalla casa di famiglia per un periodo di tre mesi. Ma questa distanza non fa che accrescere il suo desiderio di riavvicinarsi ai suoi e ogni giorno la donna tornerà sulla linea blu tracciata dalla sorella minore attorno alla casa.

Ursula Meier, nata nel 1971 a Besançon, ha la doppia nazionalità svizzera e francese. Ha studiato regia cinematografica e televisiva a Louvain-la-Neuve ed è conosciuta internazionalmente soprattutto per i suoi film Home (2008, presentato a Cannes) e Sister (2012, Orso d’Argento a Berlino).

Cinque nomination per il Premio del cinema svizzero 2023: miglior film, miglior sceneggiatura (Stéphanie Blanchoud, Ursula Meier, Antoine Jaccoud), miglior interpretazione femminile (Stéphanie Blanchoud), miglior interpretazione in un secondo ruolo (Elli Spagnolo), miglior musica (Stéphanie Blanchoud)

 

Mercoledì 5 aprile, ore 20.45

UNRUEH

di Cyril Schäublin

Svizzera 2022

Con Clara Gostynski, Alexei Evstratov, Monika Stalder, Valentin Merz…

V.o. francese, st. italiano, colore, 93’

Alla fine del XIX secolo, le innovazioni tecnologiche trasformano una piccola città orologiera svizzera. La giovane operaia Joséphine è addetta alla fabbricazione del pezzo fondamentale dell’orologio meccanico, il bilanciere (Unrueh). Esposta a nuove forme di organizzazione del denaro, del tempo e del lavoro, si impegna nel movimento anarchico e incontra il cartografo russo Pyotr Kropotkin.

Cyril Schäublin, nato nel 1984 a Zurigo, ha studiato cinema a Pechino, Parigi e Berlino, dove si è diplomato nel 2012. Il suo film d’esordio, Dene wos guet geit (2017), è stato premiato al Festival di Locarno nei Cinéastes du présent e a Edimburgo.

Cinque nomination per il Premio del cinema svizzero 2023: miglior film, miglior sceneggiatura (Cyril Schäublin), miglior fotografia (Silvan Hillmann), miglior montaggio (Cyril Schäublin), miglior suono (Roland Widmer). Diversi premi in Festival internazionali (Berlino, Angers, Jeonju, Pechino, Vienna, Belfort, Torino, Marsiglia)

 

Mercoledì 19 aprile, ore 20.45

FOUDRE

di Carmen Jaquier

Svizzera 2022
Con Lilith Grasmug, Lou Iff, Diana Gervalla, Benjamin Python, Noah Watzlawick, Mermoz Melchior, Sabine Timoteo…

V.o. francese, st. italiano, colore, 92’

Estate 1900, in una vallata del Vallese. Elisabeth ha 17 anni e si appresta a pronunciare i voti per diventare monaca quando la morte improvvisa e brutale della sorella maggiore la obbliga a rientrare in famiglia e a riprendere la vita contadina che aveva abbandonato cinque anni prima per entrare in convento. I misteri sulla morte della sorella la spingeranno a lottare per il suo diritto all’in- dipendenza.

Carmen Jaquier, nata nel 1985 a Ginevra. Formazione di grafica, poi stu- di di cinema e diploma all’ECAL di Losanna. Il suo film di diploma Le tombeau des filles (2012) ottiene il Pardino d’argento al Festival di Locarno. Foudre è il suo primo lungometraggio di finzione.

3 nomination per il Premio del cinema svizzero 2023: miglior film di finzione, miglior musica (Nicolas Rabaeus), miglior suono (Carlos Ibañez-Diaz e Denis Séchaud)

 

26 aprile, ore 20.45

UNTIL BRANCHES BEND

di Sophie Jarvis

Svizzera, Canada 2022
Con Grace Glowicki, Alexandra Roberts, Quelemia Sparrow, Lochlyn Munro…

V.o. inglese, st. italiano, colore, 98’

Robin lavora come operaia in una fabbrica di conserve. Un giorno scopre un insetto invasivo in una pesca e cerca di convincere la comunità che il pericolo di un grave danno ambientale è reale. Inoltre si batte per potersi liberare da una gravidanza indesiderata. A poco a poco la sua ossessione l’allontana dai suoi amici e dalla sua famiglia, ma i fatti dimostreranno che i suoi timori non erano infondati.

Sophie Jarvis è una sceneggiatrice e regista svizzero-canadese. Il suo cor- to The Worst Day Ever è stato premiato al Festival di Toronto. Until Branches Bend è il suo primo lungometraggio di finzione, coprodotto dalla ticinese Michela Pini per Cinédokké e dalla RSI.

Prix de Soleure 2023

28.3-9.5 / 2023
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