Sur l’Adamant

Sur l’Adamant

Data / Ora
15.05/2024
20:45

Luogo
Cinema Ciak


SUR L’ADAMANT

Francia, Giappone 2023

Regia: Nicolas Philibert

Sceneggiatura: Linda De Zetter, Nicolas Philibert

Fotografia e montaggio: Nicolas Philibert

Suono: Erik Menard

Produzione: TS production, France 3 cinéma, Longride

Colore, v.o. francese; st italiano; 109’

Orso d’oro Berlino 2023

 

L’Adamant è un centro di cura unico nel suo genere. Struttura galleggiante situata sulla Senna, nel cuore di Parigi, accoglie adulti affetti da disturbi mentali, offrendo un tipo di assistenza che li aiuta a collocarsi nello spazio e nel tempo e a mantenere alto il morale. Un documentario di osservazione, animato e reso vivo da uno slancio empatico immediato.

Sull’Adamant si incontra una realtà complessa, in cui si può toccare con mano la sofferenza, il disagio, il senso di frustrazione e di isolamento. Eppure il dramma e la tensione sono tali da emergere da soli. Bastano i dialoghi, le testimonianze, certi sguardi smarriti, i balbettii, i movimenti, alcuni discorsi che seguono logiche di senso misteriose. Non c’è bisogno di sottolineature. E infatti Philibert sceglie un approccio più lieve, a tratti quasi giocoso. Addirittura, sembra suggerire un’ipotesi di musical o un happening di momenti performativi. A cominciare dall’esplosiva canzone dei Television con cui si apre il film, La bombe humaine, interpretata in maniera travolgente da uno dei pazienti. Per poi continuare con assoli di chitarra elettrica, composizioni personali, che vanno dall’esistenzialismo alla psichedelia (fenomenale il vecchio “artista” che riattraversa la cultura degli anni ’60-’70, svelando connessioni e chiavi di lettura non convenzionali). Mentre, tra discussioni assembleari wisemaniane e pause al caffè, sessioni di disegno e pittura, rassegne di film e discussioni cinefile, l’Adamant si racconta come uno spazio aperto. Non una prigione, nonostante le convinzioni comuni sugli ospedali psichiatrici. Ma un luogo in cui le modalità di intervento terapeutico dialogano con la partecipazione attiva dei pazienti. Un posto in cui scegliere di stare, come il miraggio di una casa. Almeno finché sarà possibile, conclude Philibert, con una certa malinconia. (elaborato da www.sentieriselvaggi.it