Strangers on a Train (L’altro uomo – Delitto per delitto)

Strangers on a Train (L’altro uomo – Delitto per delitto)

Data / Ora
28.09/2022
20:45

Luogo
Cinema Multisala Teatro


di Alfred Hitchcock

USA, 1951

Tratto da: Strangers on a Train, 1950

Sceneggiatura: Raymond Chandler, Whitfield Cook, Czenzi Ormonde

Fotografia: Robert Burks; Montaggio: William H. Ziegler; Musica: Dimitri Tiomkin

Con: Farley Granger, Robert Walker, Ruth Roman, Patricia Hitchcock, Leo G. Carroll, Laura Elliott, Marion Lorne, Jonathan Hale…

Bianco e nero, v.o. inglese, st. italiano, 101′

 

La stella del tennis Guy Haines incontra in treno il ricco e scapestrato Bruno Anthony, che si dichiara suo fan e si dimostra molto ben informato sulle sue vicende non solo sportive. Guy è sposato con Miriam, dalla quale vuole divorziare per convolare a nozze con Ann Morton, la figlia di un senatore. Bruno gli propone allora un patto folle, uno scambio di delitti: si offre di uccidergli la moglie in cambio dell’omicidio del proprio padre che detesta. Sembra uno scherzo stravagante, ma Bruno passa all’azione, uccide Miriam e si aspetta che Guy porti a termine la sua parte del piano.

Tratto dal primo romanzo di Patricia Highsmith, il film se ne distanzia in alcuni punti, ma riprende i temi cari a entrambi: la doppiezza dell’animo umano, l’irresistibile fascino del male, la colpa e la sua ombra, l’orrore dietro la normalità. E le regole della suspense, di cui entrambi sono maestri.

Il film è strutturato sul tema del “doppio”, introdotto fin dalla prima sequenza (due taxi, due paia di scarpe, due serie di binari…), rafforzato dalla contrapposizione fra luce e ombra, sottolineato dal montaggio alternato. Ma a Hitchcock interessa far emergere la gamma dei grigi, l’ambiguità dei due uomini, l’insicurezza e l’incertezza della loro identità, perché in fondo, come suggerisce Truffaut, si tratta di un solo personaggio diviso in due. 

“E’ Bruno che ha ucciso la moglie di Guy, ma per Guy è esattamente come se l’avesse uccisa lui stesso. Quanto a Bruno è chiaramente uno psicopatico.” (Alfred Hitchcock, in Hitchcock/Truffaut, Ramsay, 1987)