L’homme qui a perdu son hombre

L’homme qui a perdu son hombre

Data / Ora
15.02/2023
20:45

Luogo
Cinema Multisala Teatro


Svizzera/Spagna/Francia 1991, colore, v.o. francese, st. italiano, 102’

Sceneggiatura: Alain Tanner; fotografia: José Louis López-Linares; montaggio: Monica Goux; musica: Arié Dzierlakta. Interpreti: Dominic Gould, Francisco Rabal, Angela Molina, Valeria Bruni-Tedeschi…

 

Antonio, vecchio comunista andaluso, è tornato nel proprio paese dopo un lungo esilio in Francia e ospita Paul, che si è rifugiato a casa sua dopo essersi fatto cacciare dal giornale in cui lavorava. Antonio pensa che Paul abbia perduto la propria ombra, perché non ha più idee, non sa più perché si fanno le cose. Intanto due donne sono sulle tracce di Paul: Anne, sua attuale compagna, e Maria, la precedente. Poi Antonio scomparirà, e con lui scompare tutto un pezzo di storia, quello delle utopie sociali. Paul ha sì perduto la propria ombra, ma non quella che credeva Antonio. Era lui, Antonio, l’ombra di Paul.

La chiave della storia va cercata nel filosofo Jean Baudrillard, del quale Tanner cita questa frase in epigrafe: “Ogni cosa che perde la propria essenza è come un uomo che ha perduto la sua ombra” (…) Il problema del film è forse lo stesso del breve romanzo di Chamisso (L’homme qui a perdu son ombre è anche il sottotitolo del famoso Peter Schlemihl di Chamisso), e cioè una certa incapacità a comunicarci questo sentimento tragico, questa sensazione di disastro che si deve provare nel “perdere la propria ombra”. (Claude Baignères, “Le Figaro”, 25-26 gennaio 1992)