L’emploi du temps
Data / Ora
11.09/2024
20:45
Luogo
Cinema Ciak
L’EMPLOI DU TEMPS (A TEMPO PIENO), Francia 2001
Sceneggiatura: Robin Campillo, Laurent Cantet; Fotografia: Pierre Milon; Montaggio: Robin Campillo, Stéphanie Leger; Musica: Jocelyn Pook; Interpreti: Aurélien Recoing, Karin Viard, Serge Livrozet, Jean-Pierre Mangeot, Nicolas Kalsh…Produzione: Haut et Court
Colore, v.o. francese, st.it, 133’
Per nascondere alla famiglia di essere stato licenziato, un consulente aziendale (Recoing) finge di avere un prestigioso impiego all’ONU di Ginevra, diventando un impostore “a tempo pieno”: costretto a procurarsi dei soldi, dapprima truffa gli amici, poi si mette con un faccendiere (Livrozet) che contrabbanda merci contraffatte.
Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand sterminò la famiglia che aveva ingannato per una vita intera, dopo averla indotta a credere di essersi laureato in medicina decenni prima e di lavorare come medico all’OMS. Con Robin Campillo, co-sceneggiatore e montatore del film, Cantet si ispira assai liberamente a questo atroce e surreale “fait divers” (che ispirerà anche un bel film di Nicole Garcia, oltre al libro di Emmanuel Carrère L’adversaire), eliminando l’aspetto patologico e mostruoso e privilegiando soltanto la doppia vita e l’attitudine sistematica a mentire di Romand, che diviene Vincent, un consulente d’affari licenziato dalla sua azienda e quindi deciso a inventarsi un’esistenza immaginaria con un impiego all’ONU di Ginevra. Cantet evoca quindi la vita vuota di un disoccupato che rifiuta di accettare la propria situazione, calandola in spazi emblematici (i parcheggi desolati e freddi dove si rifugia; la sua stessa casa, avvolta in un’atmosfera cupa, le montagne svizzere incombenti e oppressive). È la dimensione di una deriva, mentale prima ancora che concreta, in una non esistenza virtuale che, oltre vent’anni dopo, può essere accostata all’allucinata quotidianità reale di una parte della nostra società attuale. (Roberto Chiesi)